Graziella Priulla

Noi siamo le parole che usiamo

In questo video apprenderai:

  • perché è importante osservare il linguaggio che usiamo
  • la apparente contraddizione tra l'uso di un linguaggio scurrile e l'incapacità di usare le parole corrette riguardo alla sessualità
  • le parole che usiamo non sono neutre
  • perché non riusciamo ad affrancarci dall'ordinario sessismo?
  • il consenso, le parole e i silenzi

Graziella  Priulla

Graziella Priulla, torinese di nascita e siciliana d’adozione, è sociologa e saggista.

Per 40 anni è stata docente ordinaria di Sociologia dei processi culturali presso l’università di Catania, dove ha tenuto anche corsi di Educazione di genere.

Organizza in tutta Italia corsi e seminari sui linguaggi di genere, sugli stereotipi di genere e sulla prevenzione della violenza sulle donne rivolti a docenti e dirigenti scolastiche, dipendenti delle pubbliche amministrazioni, sindacalisti/e, operatrici dei centri antiviolenza e giornalisti/e.

È autrice di un manuale dal titolo C’è differenza (ed. F. Angeli) e di corsi in e-learning sull’educazione di genere disponibili in rete: lo scopo è quello di coltivare modalità che aiutino le nuove generazioni a difendersi dagli stereotipi e dai modelli di femminilità e di mascolinità limitativi delle potenzialità di ciascuna e di ciascuno.

Hanno avuto vasta diffusione i suoi testi recenti intitolati Parole tossiche (ed. Settenove), sul linguaggio degradato e sul turpiloquio di matrice sessista; La libertà difficile delle donne (ed. Settenove), sui poteri, sui modelli, sui meccanismi che ancora condizionano la nostra libertà; Viaggio nel paese degli stereotipi (ed. Villaggio Maori), sui luoghi comuni che ancora circolano e si diffondono nell’agire quotidiano, ostacolando il progresso; Violate. Sessismo e cultura dello stupro (ed. Villaggio Maori): una cultura che si fonda su un problema educativo strutturale e sull’organizzazione patriarcale della società .

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